La Medicina di Genere: realtà o chimera?

Buongiorno a tutti, io mi chiamoStefania Basili, sono unaProf.ssa di Medicina Interna alla Sapienza di Roma,faccio oltre che l'Internista ed Esperta di malattie trombotiche,in particolare nei giovani, e nei casi più strani, anche ilPresidente dei corsi di laurea di Medicina italiani,nonché di quello di Sapienza. Alla fine di questa lezione, che è all'interno di questo corso FAD molto interessante, vi parlerò anche dell'applicazione del concetto diMedicina di Genereall'interno del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia.

Il Titolo, come vedete, finisce con un punto interrogativo:La Medicina di genere è una realtà o una chimera?Questa è la domanda cruciale da cui partiremo. Partiamo ancora da più indietro: partiamo daAndrea Vesalio, nel 1543. Egli è ilfondatore della Moderna anatomia enella sua opera, che è il caposaldo della medicina contemporanea ancora,raccontava che è sufficiente studiare il corpo maschile, forma neutra, universale, per comprendere e capire il corpo femminile. Fino al 1990 la medicinaè stata costruita, sia dal punto di vista della fisiopatologia; sia della terapia e della diagnosi, sulla nozione cheil corpo maschile sia il corpo di riferimento, e le uniche differenze fossero quelle legate all'apparato riproduttivo ginecologico. “Sindrome del bikini” appunto, cosa cambia tra un uomo e una donna? Soltanto il pezzo di sopra, il costume da bagno,ecco per quale motivo veniva chiamata così. Fortunatamente nei primi anni 90, purtroppo lo scorso secolo quindi,Bernardine Healy,Cardiologa,è stata la prima donna checambiò veramente il ruolo delle donne nella società,dirigendol'Istituto più importante americano per quanto riguarda la ricerca scientifica e la salute pubblica:“NIH”, cioè l'Istituto Nazionale di Salute per la Repubblica Americana. Ella si accorse, guardando tutta la struttura dell'organismo,chei cardiologi in particolare, riservavano delle cure minori, minori attenzioni, alle donne; e venivano fatti errori veramente grossolani; e nella ricerca scientifica,si cominciò a parlare di differenze di sesso.Infattilei andò a riguardarsi tutte le cartelle cliniche dell'NIH e scopri delle cose inquietanti. Dimostròcon i fatti ai cardiologi che in realtà, anchela diagnostica precoce ed economica era veramente non utilizzata nel sesso femminile.Quindi,ci sono risultati sex-specific? Nel 2004finalmente, anchel'“American Heart Association” ha affrontato questa sfida.Cioè si è resa conto che c'era bisogno di dare un monitor, un Warning, alla comunità, non soltanto scientifica, ma anche alla comunità paese, sul fatto che,nonostante le malattie cardiovascolari affliggessero circa 500.000 donne americane ogni anno, questo non attirava l’attenzionenella comunità scientifica, e nemmeno nella gente normale,quindi c'è un bellissimo video che non vi ho portato, mavi invito ad andare a vedere su questo sito: Go RED FOR WOMEN, nel quale viene appunto filmata un'attrice famosissimache fa vedere come unsuo attacco cardiaco è stato scambiato dalla famiglia per un'altra cosa, e alla fine è stata salvatagrazie al fatto cheGo RED FOR WOMENha fatto un numero verde da chiamare per queste situazioni.Quindi, se andiamo a guardare quella che fula situazione prima diGo RED FOR WOMEN,noterete chesoltanto il 18% delle donne era incluso negli studi clinici, una nullità rispetto al problema. Attivando questa grande campagna di comunicazione americana,che poi ha anche varcato l'oceano ovviamente,già nel 2006 questo numero si raddoppiava (34%) ma nonostante questo,nonostante in questa bellissimametanalisi del 2007 che potete guardare nella slide,ci fossero ben156 trials clinici randomizzati includenti le donne,comunque il problema specifico riguardante le donne era trattato soltanto nel 31% dei lavori.Guardate adesso dalla slide quanto è importante questografico del 2010che vi fa vederequant'è l'incidenza della patologia nel sesso femminile, e quanto invece è poco incluso il sesso femminile negli studi clinici di intervento; oppure di diagnosi precoce; o di prevenzione nella realtà scientifica.Questo, come potete vedere dalla slide, è l'esempio delle malattie coronariche, quest'altro è l'esempio dello scompenso cardiaco, guardate lo scompenso cardiaco arriva al 50%, i trial clinici sono intorno a 35%. La stessa cosa si può dire per gli altri importanti fattori di rischio delle patologie cardiovascolari, ma in generale, ricordatevi che, per quanto riguarda la popolazione attuale in questo secolo, siamo arrivati ad una vita media che è di circa 85 anni, e quindi abbiamo difronte una popolazione che è carica di fattori di rischio;e considerando che le donne vivono 5 anni in più degli uomini, questi cinque anni rischiano di viverli da ammalate.Quindi cosa è cambiato, perché è successo tutto questo?Sicuramentei Sociologi hanno individuato 3 fattori importanti che hanno interagito: la spinta culturale del femminismo americano; l'aumento numerico delle Donne-Medico(ricordo che in Italia fino al 1876, alle donne era vietato iscriversi a medicina); e poi, l'altra cosa rilevante, anche se ancora non è arrivata a livelli estremi, èla massa critica delle donneche hanno un po' più responsabilità, e quindi sicuramente un po' tutto il paese si è orientato verso questo studio.Ma quando parliamo di differenze di sesso, parliamo soltanto di donne che non vengono considerate?Le donne hanno urgentemente bisogno di studi di intervento, di una grande forza scientifica che applichi studi, in particolare sull'area cardiovascolare; ma anche gli uomini hanno bisogno di studi riservati a loro.Basta pensare al modello, per es.: dell’aggressione, o ancor più quello dell'osteoporosi. L'uomo rispetto alla donna, con 10 anni di ritardo, ha più osteoporosi, ma la cosa importante è chenell'uomo (sicuramente gli arriva l'osteoporosi più tardi),la sua mortalità per fratture dell'anca è superiore di 4 volte rispetto a quella della donna, eppure la determinazione della densità minerale ossea, nell'uomo è attestata 4 volte in meno rispetto alla donna. E ancor più, tutti i farmaci che vengono usati nell'uomo osteoporotico, sono testati soltanto in trial dove erano incluse donne.

La Medicina di genere deve essere considerata un bisogno vero e proprio per entrambi i sessi.Questa è la prima cosa da portarsi a casa da questa lezione. Infattiquando parliamo di genere,lo sapete bene,e anche quando scriviamo un lavoro scientifico, valutiamo dei dati, dicendo “genere”, intendiamo: “femmina”, in realtà il genere è troppo spesso attribuito soltanto alla donna, e questo crea grande confusione.Ormai invece è chiaro chela Medicina di Genere considera entrambi sessi, dando pari dignità ad entrambi.Il“sesso”si riferisce alle “differenze biologiche” ed indica quali caratteristiche sessuali contraddistinguano il maschio dalla femmina.Tuttaviac'è qualcosa che cambia nel corso della vita,in particolar modo in questo ultimo secolo:l'ambiente.quindi come vedete da questoreport di Regitz,l’epigenetica ha mostrato che l'ambiente modula in maniera sessualmente dimorfa l’attività dei geni e, pertanto, le differenze biologiche non sono immutabili ma sono soggette a modificazioni ed aggiustamenti nel corso della vita.

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad Genere, Sesso e Salute ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto dalla video lezione della dott.ssa: Stefania BASILI

Stefania BASILI
Professore di Medicina Interna, Presidente CLMM&C "D"
SAPIENZA Università di Roma
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