Le adozioni: aspetti rilevanti in pediatria

Nell'ambito di questo corso FAD, mi occupo di adozioni e di quelli che possono essere le caratteristiche o gli aspetti più importanti per un pediatra. Iniziamo con qualche dato: nel periodo novembre 2000-dicembre 2015, sono entrati in Italia, o meglio, sono stati adottati, circa 62.000 bambini, di cui 15.000 da adozioni nazionali e 46.400 da adozioni internazionali. Si vede già da questo dato la differenza di entità, che ha una ragione nelle procedure che regolano i due tipi di adozioni. Le adozioni internazionali hanno avuto un periodo di boom, soprattutto nel primo decennio del 2000, raggiungendo un massimo nel 2010 con oltre 4.000 adozioni; successivamente, il fenomeno è andato in progressivo calo, fino a raggiungere meno di un migliaio di ingressi in Italia nel 2020.

Come possiamo vedere, nel mondo l'Italia è seconda solo agli Stati Uniti come paese d'accoglienza per ciò che riguarda le adozioni internazionali. Il fenomeno di cui accennavo poc'anzi ha interessato tutti i vari paesi d'accoglienza, per lo meno i principali paesi di accoglienza, ed è andato in progressivo calo fino agli ultimi dati che riguardano il 2018-2019. In Italia, come si può vedere da questo grafico, il fenomeno è cresciuto progressivamente nel primo decennio del 2000, per poi andare progressivamente a scemare. Qui sono riportati i dati fino al 2019, ma nel 2020, causa anche la pandemia in atto, il numero di minori adottati si è ridotto a meno di un migliaio. I minori per i quali è stata rilasciata l'autorizzazione all'ingresso, per lo meno nell'anno 2019, provengono principalmente dal Sudamerica, in particolare dalla Colombia, che è il paese leader da questo punto di vista per i minori che vengono adottati, seguito dalla Federazione Russa, dall'Ungheria e dall'India. Questa classifica si è in linea di massima mantenuta nell'arco degli anni, ma sono molti, circa una quarantina, i paesi che danno bambini alle coppie italiane che si mettono in lista per adottare un minore. Quali sono le differenze tra i due tipi di adozione? L'adozione Nazionale ha dei tempi, tutto sommato, abbastanza brevi, intorno ai 12-14 mesi dal momento in cui viene presentata la domanda. Tuttavia, il numero di bambini adottabili, per una serie di motivi, è piuttosto basso, per cui molte famiglie che presentano domanda di adozione Nazionale rischiano di non essere chiamate; e questo è il motivo per cui molte coppie si rivolgono ad adozioni internazionali.

Ciò rende ragione della differenza di numeri che abbiamo visto nelle prime diapositive. Tuttavia, il cammino nell'adozione internazionale non è decisamente un cammino semplice, come si può vedere dallo schema: dal momento in cui viene depositata al Tribunale dei Minori la domanda di adozione, al momento in cui viene autorizzato l'ingresso per il minore, passano circa 4 anni; e questa, naturalmente, è una media. In alcune situazioni, i tempi sono ancora più lunghi. Da un punto di vista sanitario, che poi è l'aspetto che interessa il pediatra, quali sono le caratteristiche dei bambini che provengono dalle adozioni nazionali e internazionali? Entrambi condividono un passato di incuria, di abbandono, di separazione da un nucleo familiare stabile. Nei bambini adottati sul nostro territorio, il quadro sanitario è tutto sommato migliore, poiché sono bambini che, pur vivendo in case famiglia o, in alcuni casi, vengono affidati a delle coppie affidatarie, ovviamente possono usufruire dei servizi del nostro sistema sanitario e dunque non vanno incontro ai problemi che, viceversa, incontrano bambini provenienti da altre realtà che hanno, in linea di massima, un quadro sanitario peggiore. Al livello anamnestico, abbiamo la presenza di vuoti informativi notevoli, anche nel quadro delle adozioni nazionali, perché, se un minore viene abbandonato e il mancato riconoscimento avviene nel post-partum immediato, è possibile che il dossier sanitario, relativo al bambino, quindi comprese anche le informazioni sui genitori biologici, venga a mancare nell'incartamento che poi viene recapitato alla coppia che ha richiesta di adozione.

Per quanto riguarda il versante delle adozioni internazionali, i vuoti informativi sono frequentissimi, e soprattutto sono frequenti nella categoria degli Special needs, cioè dei bambini portatori di bisogni particolari o speciali che stanno costituendo sempre di più una categoria che viene ad essere oggetto dell'attenzione delle coppie in via di iter adottivo. Le coppie in via di iter adottivo, per questo motivo, il gruppo di lavoro nazionale del bambino migrante, uno dei gruppi di studio della società italiana di pediatria, della quale sono membro io stesso, ha deciso già da molti anni di stilare uno schema o, chiamiamo anche, protocollo per l'accoglienza sanitaria ai bambini che, a vario titolo, provengono dall'estero. Quindi, naturalmente, questo protocollo è stato stilato anche pensando ai numerosi bambini migranti che sono arrivati nel corso degli ultimi decenni in Italia. Ma, naturalmente, ha trovato e trova applicazione soprattutto nei bambini adottati all'estero, poiché questi bambini arrivano in Italia e entrano subito nel tessuto della società italiana, in quanto entrano in famiglie italiane che naturalmente cercano di colmare il più possibile quelli che sono i vuoti maggiori o minori di informazioni e di storia a carico del bambino e che si trovano dinanzi nel momento in cui il bambino entra in famiglia. Diverso è il problema del bambino migrante che, diciamo, arriva all'attenzione dei sanitari soprattutto per problematiche sanitarie importanti che portano all'ospedalizzazione. Questo, per quanto riguarda i minori non accompagnati o bambini che fanno parte di famiglie non regolari, mentre i bambini che fanno parte di famiglie da lungo tempo, residenti nel nostro paese, ovviamente, sono anch'essi inseriti nella routine dei servizi offerti dal sistema sanitario nazionale.

Per quale motivo si è pensato a organizzare un protocollo per accogliere, da un punto di vista sanitario, questi bambini? Perché vi è una grande varietà di provenienza geografica, come abbiamo visto, e questo vuol dire bambini che provengono da realtà molto differenti da quella che viviamo quotidianamente, da un punto di vista climatico, dell'organizzazione igienico-sanitaria, dei servizi sanitari, dell'organizzazione familiare, degli usi e costumi, delle religioni. Perciò, è importante avere un approccio che possa essere innanzitutto attento anche a queste differenze. Inoltre, sono bambini che spesso, diciamo, sono carenti sul piano documentale per ciò che riguarda la situazione vaccinale, o hanno dei documenti che non sono completamente affidabili, la stessa età anagrafica e, in molti casi, presunta, perché si tratta di bambini che sono stati trovati abbandonati e quindi privi di documenti, oppure provengono da paesi dove non esiste un sistema di anagrafica centrale. Sono bambini che possono presentare, con maggiore frequenza, con maggiore probabilità, alcune malattie infettive che sono endemiche nei paesi di loro da cui provengono.

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad sullla Natalità, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto dalla video lezione del Prof. Piero Valentini

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