Disfagia e alimentazione - Parte 2

L'Organizzazione Mondiale della Sanità utilizza il BMI come un indicatore importante  per valutare se la persona è a rischio di obesità. Nel caso specifico, anche per la donna in gravidanza, bisogna sempre dare indicazioni su quanto deve veramente aumentare. Bisogna sempre tenere presente qual è il punto di partenza del peso, quindi quello relativo alla sua situazione pregravidica. Pertanto, l'incremento, il supplemento calorico, deve essere funzionale e correlato al BMI.

Ci sono diverse regole da valutare: come si calcolano le diagonali, il demanio non è altro che il risultato del peso in chilogrammi, va bene fratto l'altezza al quadrato e come evidenziato in questa diapositiva. Quindi, 80 è il peso che sottratto per fratto all'altezza, che è 1,60 quindi 160 * 160, e poi c'è il calcolo matematico. Quindi, da questo calcolo matematico si ottengono dei numeri e se otteniamo da questo calcolo matematico un BMI inferiore a 18,5 significa che la persona è sottopeso. Dal 18,5 al 24,9 è normopeso, è sovrappeso tra il 25 e il 29,9, obesità lieve classe 30-34,9 e obesità moderata seconda classe 35-39,9 e obesità grave terza classe superiore a 40. Di biechini, quanto è piena stato indicato? Ecco, deve essere ora associato allo stato gravidico. Quindi si diceva che le indicazioni da fornire alla nostra gestante sull'aumento del proprio peso devono essere associate a questo indicatore di salute nella situazione pregravidica. La stessa tabella che è appena stata menzionata, è indicativa di come deve essere distribuito correttamente il peso corporeo. Vediamo rispetto al punto di partenza, quali sono i chili da indicare alla nostra agenzia, alla nostra gestante? Se una gestante è sottopeso, quindi con un BMI inferiore a 18.5, l'aumento di peso dovrebbe essere incluso tra 12,5 e 18 kg. In questo caso, nella terza colonna vengono anche date indicazioni su quanto deve aumentare e quindi quanti chili deve aumentare per ogni settimana. Quindi, per una donna sottopeso, l'indicazione è quella di 0,501, quindi 500 grammi alla settimana e il range va da 0,44 a 0,58. Perché è normopeso, come è già stato detto in precedenza, questo è il range, quindi da 11,5 a 16 e l'aumento settimanale è 0,42 con un range che va da 0,35 a 0,50. Poi abbiamo il sovrappeso. Il sovrappeso, invece, una donna sovrappeso dovrebbe aumentare da 7 a 11,5 kg con un aumento settimanale di 300 grammi.

E poi, per una donna invece che è obesa, con un BMI superiore o uguale a 30 kg, e poi, nei nove mesi di gravidanza, dovrebbero essere inclusi tra i cinque e nove chilogrammi, con un aumento settimanale di 200 g. Vediamo ora di fare altre considerazioni su situazioni specifiche. Ad esempio, in una donna con gravidanza gemellare, poiché si trova di fronte a un'attesa di due bambini, parliamo anche di situazioni di gravidanza trigemine. È ovvio che in questa situazione l'aumento del peso deve essere superiore, e si consiglia pertanto 0,7 kg la settimana. A termine di gravidanza, il nostro BMI dovrebbe essere all'interno di 18,5-24,9. Poi uno scarso uno e un altro problema potrebbe riguardare: ecco cosa succede se ci troviamo di fronte a donne che non aumentano regolarmente. Ecco perché è importante insistere e sostenerle durante i diversi controlli che avvengono, diciamo, nelle diverse situazioni presso i consultori, lo studio privato oppure presso gli ambulatori ospedalieri dedicati alla gestione e sorveglianza della gravidanza. Quindi, è importante sollecitare la donna non solo ad aumentare in eccesso, ma anche a non aumentare in difetto. Le evidenze scientifiche sono decisamente chiare nel affermare che uno scarso aumento di peso in gravidanza può essere causato da diversi fattori di rischio e quindi può predisporre al parto pretermine o a un ipo sviluppo fetale. Al contrario, l'obesità, anche in questo caso, è stata più volte ribadita dalle evidenze scientifiche ed è associata al diabete, all'ipertensione, a un'aumentata possibilità di taglio cesareo e alla macrosomia fetale. Quindi, cosa significa intervenire su una buona alimentazione durante la gravidanza? Vuol dire non solo tutelare la salute del bambino, ma anche della sua futura vita. Un bambino che viene partorito con un peso regolare e non macrosomico ha sicuramente più chance in termini di salute.

Vediamo ora quali sono i principali principi nutrizionali e il loro effetto sulla salute della donna gravida e del nascituro. I principi nutrizionali sono indicati in questa diapositiva e precisamente sono i carboidrati, le proteine e i grassi. I carboidrati rappresentano il 50% di tutto il fabbisogno energetico, le proteine il 20% e i grassi il 30%. I carboidrati sono ovviamente la fonte principale di energia per l'organismo materno perché garantiscono l'aumento ponderale, la crescita del feto e anche degli annessi, come la placenta, e dei tessuti materni. Le proteine forniscono gli aminoacidi essenziali necessari per la crescita cellulare, sia per l'ipertrofia che per l'iperplasia dei tessuti materni, come ad esempio l'utero. Quindi favoriscono l'aumento dell'utero, lo sviluppo dell'utero e delle mammelle, e soddisfano ovviamente anche le necessità del feto, in particolare nella seconda metà della gravidanza.
Poi abbiamo i grassi, come detto il 30%. E la fonte energetica più importante in questo caso. Sono da privilegiare i grassi insaturi, come possono essere il pesce e i vegetali, rispetto ai grassi saturi, ovvero carne e formaggi. Pertanto, questi grassi saturi non devono superare il 10% del fabbisogno se si vuole intervenire su una crescita regolare della donna, della gestante
 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad ECM Alimentazione Consapevole e Sana Nutrizione: i casi clinici, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto dalla video lezione della dott.ssa: Maria CAMMERESI

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