Consumo di sostanze psicotrope e nuove strategie di prevenzione del fenomeno

Possiamo parlare di prevenzione e di promozione della salute cercando di entrare un po’ più nel dettaglio su quali sono le strategie che abbiamo a disposizione e facendo un excursus, una riflessione, su quelle che sono le nuove strategie che vanno sviluppandosi e che sono oggetto di studio in questa fase storica. Per poter parlare di prevenzione però dobbiamo in qualche modo cercare di ricomporre le motivazioni che portano al consumo di sostanze psicotrope; sono state dette tante cose e in questo intervento proverò a parlare della strategia per ricomporre queste parti.

Se vogliamo spiegareil consumo di sostanze psicotrope tra i giovanidobbiamo cercare di adottare un approccio che tenga conto di diverse dimensioni, cioè della dimensione biologica, psicologica e sociale. Sulla biologica è stato detto molto anche nell’intervento del professor Serpelloni; durante l'adolescenza il cervello subisce delle importanti trasformazioni che riguardano il sistema limbico, la corteccia prefrontale e che portano quindi ad una situazione di conflittualità biologica delegata dal fatto che da un lato c'è una propensione biologica alla sperimentazione dall'altro i sistemi delle strutture che portano a contenere ed avere un sistema di controllo dell'azioni e preoccuparsi per le conseguenze delle azioni stesse.

Ma io sono una sociologa e vorrei dedicarmi soprattutto alle altre due dimensioni che sono legate alle dimensione psicologiche e a quelle sociali. Vediamo alcuni fattori psicologici: perché noi dobbiamo capire che questi ragazzi nonostante il fatto che le sostanze sono evidentemente pericolose le sperimentano e le utilizzano? Ci sono alcuni fattori psicologici. L'adolescenza è per definizione la fase della vita nella quale c'è una maggiore propensione alla sperimentazione. Zuckerman l’aveva scritto nell’anni 70 del secolo scorso: aveva individuato una scala per misurare questa propensione a rischio che si chiama sensation-seeking “il cacciare delle sensazioni forti”. Questo è legato ad altri fattori: quello della sperimentazione della propria identità ma ci sono anche altri fattori di tipo psicologico che sono in qualche modo includibili in fattori di distorsione cognitiva basis cognitive. Gli adolescenti hanno l’inclinazione a pensare che le azioni siano sempre reversibili, ovvero ci sia la possibilità di tornare indietro, di cancellare gli effetti e questo basis cognitivo è legato anche ad un altro fattore che è particolarmente presente in adolescenza: il falso ottimismo.

Il falso ottimismo è una distorsione cognitiva che porta gli individui a considerarsi sempre un po' meglio della media: non ci sentiamo proprio gli ultimi, tentiamo di sentirci sempre un po' più in alto. E’ un meccanismo di distruzione che serve un po’ a ridurre l’ansia, non vogliamo sentirci peggiori e pensiamo sempre di essere invulnerabili soprattutto durante l'adolescenza. Pensiamo di assumere questo atteggiamento “a me non può capitare, io non sono quello che può contrarre HIV con un rapporto a rischio”. Ci sono tuttavia altri fattori, fattori di distorsione legati alla cosiddetta negazione del rischio. Sono state individuate diverse tipologie di negazioni. La negazione del danno“il fumo fa male, c'è chi fuma tutti i giorni, io soltanto il sabato sera”, quindi neghiamo il danno, “il mio uso è occasionale”.

Un'altra tecnica tipica (ce ne sono 5), è la negazione di chi condanna “ma loro non lo sanno, loro sono ancora vecchio stile, loro non le hanno mai provate queste sostanze” quindi si nega il messaggio che viene fornito e questo vedremo che è molto importante perché inficia in parte l'approccio di tipo cognitivo basato solo su trasmissione di informazioni. Tuttavia bisogna sottolineare anche alcuni fattori di tipo sociale che riguardano anche la società contemporanea. Il primo fattore che mette a rischio i giovani per consumi di sostanze psicotrope è legato alle persone del gruppo dei pari: durante l’adolescenza è importante essere accettati nel gruppo, è importante avere la percezione di essere inside e quindi i soggetti sono particolarmente vulnerabili rispetto alle pressioni di gruppi di pari e rispetto ai processi imitativi.

Fattore sociale numero 2: prossimità delle sostanze. Indagini europei ci dicono che 9 soggetti su 10 sanno dove reperire cannabis entro 24 ore quindi sono in contesti ad altissima prossimità e la prossimità è un fattore di rischio non soltanto perché possono trovarle ma perché provoca un processo di accomodamento culturale; cioè, le sostanze pur nella loro illegalità legislativa vengono considerate socialmente accettabili e non sono percepite come sostanze illegali anzi… le sostanze, alcune in particolare, sono concepite come beni di consumo possono essere utilizzate funzionalmente per raggiungere lo stato psicologico di benessere desiderato “ho bisogno di caricarmi magari bevo un po' più alcol o assumo cocaina o se ho bisogno di rilassarmi fumo cannabis” e questo tipo di processo chiaramente impatta negativamente sui tassi di consumo.

Aggiungiamo un quarto punto tra i fattori sociali che è collegato alle caratteristiche della nostra società: una società sempre più accelerata dove è importante la performance per raggiungere alcuni obiettivi; queste sostanze diventano, come direbbe Bauman, sostanze che favoriscono questo processo dei collezionatori di piaceri e queste sostanze tengono a favorire la disposizione coscienziale a secondo dello stato che vogliamo raggiungere. E’ chiaro che il quadro interpretativo delle pratiche di consumo deve tenere conto dell'intreccio tra queste tre dimensioni Bio- Psico- e Sociale.

Come stanno cambiando i pattern di consumo? Il consumo di sostanza risponde sempre di più ad un orientamento edonistico e performativo è un modello diverso da quello che ha caratterizzato gli anni 80 e anni 90 dove le sostanze erano una strategia di evasione; certo, l’orientamento prevalente è quello di assumere sostanze per migliorare le prestazioni.

Un altro fenomeno è il consumo ricreazionale ed è più difficile individuare i consumatori. Mentre negli anni 80-90 nel vostro immaginario, il tossicodipendente è un soggetto che consuma nel fine settimana, e in una fase iniziale riesce ad assolvere le aspettative di ruolo e quindi è sempre più difficile intercettarle.

Terzo punto i consumatori sono sempre più esperti cioè apprendono tutta una serie di tecniche per gestire il consumo o credono di saperle gestire. Ci sono meno tossicodipendenti ma soprattutto di eroina perché abbiamo visto ieri che i dati di accesso per esempio sulla canabis stanno aumentando ma ci sono sempre più consumatori sperimentali occasionali, cioè per sperimentare la sostanza una volta nella vita o ogni tanto; il che non vuol dire che non abbiano rischi perché non dobbiamo dimenticare che il rischio legato alle sostanze psicotrope non è solo la tossicodipendenza ma sono tanti altri: incidenti stradali, le condotti sessuali imprudenti etc. Non assumono più soltanto la droga ma più droghe: la logica funzionale rafforzativa sostituisce l'alcool.

Il sesto punto che mettiamo in luce riguarda i cambiamenti  socio demografici dei consumatori con un focus in particolare: si sta riducendo la forbice tra i consumatori maschi e femmine soprattutto per quanto riguarda cannabis e spiсe. Di fronte a questo scenario che cosa si può fare? Innanzitutto dobbiamo capire come lavorare con la prevenzione, quali sono i fattori di rischio, e i fattori protezione. I fattori di rischio sono quelle condizioni proprie dell'ambiente della persona che in qualche modo lo mettono a maggior rischio cioè rappresentano un elemento di vulnerabilità del soggetto per il consumo di sostanze psicotrope. Ad ogni fattore di rischio corrisponde anche un fattore di protezione che invece sono condizioni favorevoli che scoraggiano uso di sostanze. 

Abbiamo parlato di elementi che riguardano la biologia e si sottolinea soprattutto l'importanza dell'ambiente socio-culturale quindi come macro-categorie. Sappiamo dalla ricerca che i fattori di rischio per lo sviluppo di condotte di uso e abuso di sostanze sono legati alla povertà e all'esclusione sociale; l’anomia normativa, cioè la mancanza di norme, le opportunità illegali e anche le norme permissive. D'altro canto restando nella macro categoria dell'ambiente socioculturale sappiamo che coesione famigliare, istituti scolastici di qualità, un buon livello di capitale sociale e diritti relazionali positivi rappresentano dei fattori di protezione. Noi sulla prevenzione dobbiamo cercare di lavorare per ridurre quelli che sono i fattori di rischio e col tempo cercare di lavorare sui fattori di protezione a tutti i livelli che determinano queste intersezioni.

Questo testo è estratto dal nostro video-corso FAD Fuori dal tunnel. Nuove e vecchie droghe: conoscere per prevenire ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto dalla video lezione della dott.ssa: Linda LOMBI

Linda LOMBI
RICERCATORE
Facoltà di FACOLTA' DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE
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