Alimentazione: prevenzione e terapia dell' obesità e del diabete metabolico - Parte 2

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C'è da dire, per quanto riguarda le transaminasi, che i valori della Corte rientrano nella norma, mentre sono superiori alla norma i valori della GPT, così come sono un po' superiori alla norma i valori della Gamma GT. Questi parametri possiamo considerarli come l'espressione di una condizione di steatosi epatica. Anche se non abbiamo nel suo caso i risultati dell'Ecografia addominale, sono risultati nella norma: uricemia, proteine totali, elettroforesi delle proteine, creatininemia, azotemia, emocromosideremia, ferritina, esame standard delle urine e la VES. Vorrei ritornare un attimo sul discorso della glicemia e vi ricordo che, secondo le società scientifiche, quando la glicemia supera 110 (tra 110 e 126), si parla di alterata glicemia a digiuno, quindi non siamo in presenza di diabete. Ma siamo comunque in presenza di un'alterazione del metabolismo degli zuccheri. Il medico curante, medico di famiglia del paziente, è consigliato al signor Mario di eseguire una curva da carico orale con glucosio, che, come ben sapete, si effettua assumendo 75 grammi di glucosio in soluzione e, dopo due ore dal carico di glucosio, la glicemia del signor Mario è risultata 178 mg/dl. Quando il valore alla seconda ora dal carico di glucosio orale supera 140, siamo in una condizione di prediabete. Quando la glicemia alla seconda ora supera duecento, siamo in una condizione di diabete. Quindi, nel caso del signor Mario, sembra una situazione di prediabete e, in particolare, questa condizione assume il nome di alterata tolleranza glucidica.

Può essere interessante ricordare quali sono i fattori di rischio per il diabete tipo 2. La familiarità per il diabete tipo due è certamente un fattore importante, e noi abbiamo visto che un genitore del signor Mario ha la familiarità perché è affetto da diabete. Il diabete mellito è una malattia multifattoriale in cui la componente genetica, nel caso di diabete tipo 2, non ha un ruolo che potremmo definire causale, ma certamente aumenta la suscettibilità a sviluppare la malattia in presenza di altri fattori, in particolare di fattori ambientali e diabetogeni. Un altro fattore di rischio è proprio l'alterata glicemia a digiuno che il paziente presenta, e l'alterata tolleranza glucidica che il paziente presenta. Quindi, sulla base di queste due informazioni, noi possiamo prevedere che se il signor Mario non modifica il suo stile di vita, non modifica il suo livello di attività fisica, non modifica il tipo di dieta che assume

Probabilmente diventerà a breve diabetico. Altri fattori di rischio sono la stessa obesità... Siamo di fronte a un paziente obeso, la vita sedentaria che caratterizza il signor Mario, un peso alla nascita inferiore a 2,5 kg, un importante fattore di rischio per sviluppare il diabete. Questo non è un fattore di rischio per il signor Mario, che invece pesava più di 2,5 kg alla nascita, un'età superiore ai 45 anni (Mario ha 47 anni), valori elevati di trigliceridi e bassi di colesterolo HDL. Anche queste sono alterazioni che sussistono, sono presenti nel paziente. Un altro fattore di rischio è un attacco ischemico transitorio o un ictus, ma non è il caso del paziente in discussione. Poi ci sono dei fattori di rischio che riguardano la donna e quindi non interessano specificatamente il signor Mario, ma li ricordiamo, e questi sono il diabete gestazionale, le donne che hanno partorito un figlio con un peso alla nascita superiore ai 4 kg e la sindrome dell'ovaio policistico. Poniamoci cinque sintomi tipo due. Il diabete tipo 2 può essere prevenuto. Certamente, noi sappiamo che il diabete tipo 2 può essere prevenuto, in particolare se facciamo riferimento alla dieta. L'intervento dietetico riduce del 33% il rischio di diabete tipo 2 nelle popolazioni a rischio. Quindi, per esempio, un soggetto obeso (ancora la letteratura scientifica ci informa del fatto che l'intervento combinato dello stile di vita, quindi dieta più attività fisica, induce una riduzione di circa il 50% della popolazione a rischio).

Come possiamo gestire un paziente obeso dal punto di vista dietologico? Come perdere peso mediante dieta teoricamente? Noi dovremmo proporre una dieta con un numero di calorie inferiore a quella che definiamo "dieta ipocalorica". Come abbiamo detto precedentemente, è la vita che mantiene il peso stabile. Quindi, l'aditologia classica prevede che venga proposto un numero complessivo di calorie inferiori di circa 500-1000 calorie rispetto al numero delle calorie che servono per mantenere il peso stabile. Quindi, per esempio, se una dieta per mantenere il peso stabile è di 2000 calorie, noi proporremo 1500 o 1000 calorie al giorno per quel paziente. Questo tipo di dieta si chiama "dieta ipocalorica prescrittiva" perché noi prescriviamo il numero di calorie, e sarà ancor più prescrittiva se noi diamo le indicazioni delle pesate degli alimenti per quantificare esattamente i macronutrienti, ossia lipidi, proteine e carboidrati.L'anno scorso, nel 2013, è stato pubblicato su una importante rivista medica New venga aggiornata al medico lunga giornalmente.Questo articolo si chiama "Miti, presunzioni e fatti a riguardo dell'obesità", che da una conclusione molto importante. Gli autori dichiarano che se le diete ipocaloriche effettivamente inducono perdita di peso, attenersi a una dieta ipocalorica o raccomandare una dieta ipocalorica non funziona a lungo termine. Quindi, questa è una dichiarazione di fallimento della dietologia classica prescrittiva. Noi sappiamo bene che la perdita di peso è un evento relativamente facile da ottenere a breve termine e noto a tutti che, per esempio, una persona può iniziare una dieta che le è stata passata da un'amica perché questa amica si è rivolta a un dietologo che le ha consigliato una dieta, e questa dieta viene progressivamente trasferita a un gruppo di amiche. Tutte queste amiche seguono questa dieta e tutte perdono peso. Ma questo succede perché in quel momento, verosimilmente, questo gruppo di amiche ha una forte motivazione, una forte determinazione a seguire una dieta ipocalorica. È così come prevedibile che una persona segua una dieta stampata su un giornale senza aver dialogato con un medico, senza essere stata visitata da un medico, e riesca a prendere peso perché ha una forte motivazione a seguire una dieta che le faccia perdere peso. In realtà, però, queste cose a lungo termine non funzionano, e il problema reale consiste appunto nella difficoltà di mantenere il peso perso e nel rischio costante di riproporre il problema dell'aumento di peso. Quindi, le “low calorie diets” ( le diete ipocaloriche prescrittive) hanno fallito. Perché queste diete hanno fallito?

È importante ricordare che i pazienti si annoiano a pesare, la prescrizione dietetica fa sentire il paziente ammalato. Ancora, la prescrizione dietetica può indurre depressione. Ci sono molte pazienti che sviluppano depressione, soprattutto se viene loro proposta una dieta fortemente ipocalorica. E a volte, ma questo dipende anche dal tipo di dietologo a cui si sono rivolte, la prescrizione dietetica può risultare monotona e non saziante, anzi, in alcuni casi può essere particolarmente affamante. Quindi, questo tipo di dieta viene abbandonata dal paziente.
 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad Alimentazione Consapevole e Sana Nutrizione: i casi clinici, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto dalla video lezione del dott. Giovanni De Pergola

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