Le nuove politiche vaccinali / PNPV 2017-19 e nuovi obblighi - Parte 1

Questa lezione tratta di un tema quanto mai attuale, il tema delle politiche vaccinali in Italia. E' un tema di cui si è parlato anche al di fuori degli ambienti sanitari, se n'è parlato in Parlamento, se n'è parlato negli organismi tecnici, sia statali, che regionale. Il tema verrà affrontato ricostruendo quelle che sono state le ultime novità in tema di politiche vaccinali, legando naturalmente il tema delle coperture vaccinali perché da lì nasce l'idea che una corretta politica vaccinale, ossia la vaccinazione fatta a chi ne ha bisogno, possa ridurre l'andamento di pericolose malattie infettive.

Cominciamo con i valori della vaccinazione, e cominciamo col dire e con ripetere che, con la sola eccezione dell'acqua potabile, che è stata uno degli elementi che ha contribuito a ridurre l'incidenza di una serie di malattie infettive, nessun'altra innovazione in campo medico-scientifico ha ottenuto gli stessi risultati che hanno ottenuto le vaccinazioni per tutta una serie di malattie che vedremo e che brevemente descriveremo. Quindi, se dovessimo oggi fare una stima, diciamo che due milioni e mezzo di persone all'anno nel mondo, non muoiono grazie alle pratiche vaccinali, e grazie soprattutto a quei vaccini che prevengono delle malattie pericolose con complicanze gravi e a volte mortali. 

L’introdurre però il tema della vaccinazione significa oggi parlare anche, non solo di protezione individuale ma anche di protezione collettiva, cioè quello che le vaccinazioni possono portare a beneficio non solo dei diretti interessati, quindi alle persone vaccinate, ma anche alla collettività, cioè alle persone non vaccinate e torneremo su questo concetto quando parleremo di immunità di gregge, o col termine anglosassone herd immunity. 

C'è poi un valore sociale delle vaccinazioni, perché noi oggi abbiamo a disposizione degli strumenti in grado di far star meglio le persone, far star meglio la popolazione, e di un valore economico, perché in molti casi; evitare le malattie significa portare con un investimento relativamente ridotto, dei vantaggi anche economici sul diretto interessato, quindi sulla persona vaccinata, ma anche sulla collettività. Basti pensare che durante la stagione invernale, ci sono delle stime di giorni lavorativi di assenza a causa dell'influenza e sono delle stime economiche rilevanti che potrebbero essere fortemente ridotte se tutta la popolazione a rischio si vaccinasse contro l'influenza e non solo una quota di essa; peraltro è una quota che per certe categorie è ancora molto bassa. 

Parlare di vaccinazioni significa cominciare da qualche secolo fa, da quando alla fine del 1700 , Jenner scoprì casualmente il vaccino contro quella che al momento era una delle malattie più gravi è più mortali: il vaiolo, per poi arrivare, nel corso degli anni, a tutta un'altra serie di malattie per le quali, via via , sono diventati disponibili degli efficaci i vaccini, dicevamo del vaiolo. 

Noi possiamo dire che il vaiolo oggi è una malattia infettiva eradicata, dichiarate eradicata dalla Organizzazione Mondiale della sanità come vediamo in questa copertina, che in maniera entusiastica, ha dichiarato eradicato il vaiolo, è stato forse questo uno dei più grandi successi visibili. La poliomelite, qui vediamo un manifesto d'altri tempi, ma quanto mai attuale perché, come si vedrà anche nelle lezioni dedicate alla comunicazione con i nuovi mezzi di comunicazione, oggi la comunicazione e l'invito alla vaccinazione rappresenta uno degli strumenti ancora molto importanti che chi si occupa di sanità pubblica e deve saper utilizzare nel modo migliore.

La poliomelite non è scomparsa e come vedete in questa diapositiva, in realtà qui si parla di una scomparsa, non è così, però i numeri sono dei numeri impressionanti. Nel 1988, quindi non tantissimo tempo fa avevamo 128 paesi al mondo dove era presente ancora il vaiolo, oggi la situazione è completamente cambiata e abbiamo solo 4 paesi al mondo dove si registrano casi di vaiolo, quasi tutti concentrati nel continente asiatico e nel continente africano, come la Nigeria, il Pakistan insomma in questi paesi dove però , si fa molta fatica a poter entrare capillarmente in tutte le varie fasce di popolazione, anche rispetto a chi vive in zone rurali, non facilmente accessibili.  

Ma abbiamo avuto successi anche per malattie, magari con percentuale di complicanze minori, come la difterite e come lo stesso morbillo, e sul morbillo torneremo più avanti perché questa è una delle malattie dove le autorità sanitarie internazionali, in particolare l'organizzazione Mondiale Sanità, riteneva che potessero scomparire in tempi relativamente brevi, e invece noi oggi concluderemo proprio a questa lezione parlando di una riaccensione di focolai epidemici in paesi ad alto reddito; a dimostrazione che il problema delle malattie infettive prevenibili da vaccini, non è ancora un problema risolto. Questa diapositiva ha dei numeri molto piccoli e magari non leggibili tutti, ma elenca una serie di malattie che dopo l'introduzione della relativa vaccinazione, quindi la possibilità a larghe fasce di popolazione di accedere alla vaccinazione, hanno avuto delle riduzioni notevoli che vanno dal 100%, come abbiamo visto prima del vaiolo, della poliomelite, fino a percentuali che sono ugualmente significative; 90-83% per l'epatite B, 99% per la parotite, 93% per la pertosse, 99% per la rosolia congenita, 98% per il tetano, 89% per la varicella. Sono dei numeri impressionanti, quindi che testimoniano come quell'affermazione che abbiamo fatto all'inizio: dopo l'acqua potabile, i vaccini sono stati la più grande scoperta scientifica, e ciò è avvalorato da questi dati che sono dei dati assolutamente noti e inconfutabili. 

Qualche dato italiano che è assolutamente in linea con quelli che sono le statistiche internazionali: ci soffermiamo in particolare su questo grafico che parla della epatite B in Italia, epatite B che grossomodo, dove abbiamo indicato la linea rossa, ha visto l'introduzione di un vaccino, anzi all'inizio erano due vaccini efficaci e successivamente ci sono stati i vaccini di nuova generazione che hanno consentito; abbinandoli a dei comportamenti igienico-sanitari corretti a ridurre l'incidenza e la mortalità per questa malattia. Peraltro, senza che lo si sapesse, negli anni in cui è stato introdotto il vaccino contro l'epatite B (resosi disponibile alla fine degli anni 80) è di fatto, il primo vaccino che ha inciso positivamente, quindi con una riduzione importante del tumore primitivo al fegato, il vaccino contro l'epatite B ha segnato nella storia delle vaccinazioni l'abbandono della sola prevenzione delle malattie infettive, per passare alla prevenzione di malattie infettive, che però sono di per sè a rischio per lo sviluppo di malattie ben più pericolose, e cioè di tumori maligni, il caso del tumore primitivo del fegato per epatite B, quindi come complicazione e come possibile evoluzione dell'epatite B cronica, e più tardi vedremo che in tempi più recenti nell'anno 2006 è stato introdotto in Italia il vaccino (e anche negli altri paesi) il vaccino contro il papilloma virus, che ha rappresentato Il secondo vaccino che potesse prevenire una malattia tumorale piuttosto seria, come il tumore della cervice uterina, ma il primo vaccino che è stato pensato non solo come era il caso l'epatite B, per prevenire la patologia infettiva ma per prevenire la patologia tumorale.

 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad Vaccini 2.0: Il libro bianco , ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione del dott.: Carlo SIGNORELLI

Carlo SIGNORELLI
Ordinario di Igiene
Past Presidente Societa Italiana di Igiene (SItI)
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