Le meningiti in Italia

Nell'ambito di questo aggiornamento importante sulle vaccinazioni, in particolare su alcune categorie di persone che più di altre sono esposte a rischio infettivo, merita sicuramente un approfondimento il tema delle meningiti. Merita un approfondimento perché, come vedete da qualche titolo apparso negli ultimi mesi sulla stampa quotidiana, e in generale sui media, i casi di meningite sono relativamente pochi, ma per motivi legati alla gravità di alcuni casi della malattia; fanno notizia e soprattutto, mettono in apprensione alcune fasce della popolazione che, spesso, non sono nemmeno quelle più a rischio. Ma questo naturalmente necessita una spiegazione, e necessita anche una spiegazione per poter gestire queste situazioni che in molte regioni italiane negli gli ultimi mesi, hanno determinato delle richieste, a volte non giustificate, alla profilassi vaccinale, con ciò mettendo anche in difficoltà i servizi che già in questo momento sono impegnati a vaccinare le categorie per i quali esistono gli obblighi o per i quali il piano di prevenzione vaccinale 2017-2019 prevede la vaccinazione. 

Per quanto riguarda i casi, queste onde mediatiche legate alla vaccinazione, la Toscana è sicuramente quella che ha fatto più notizia perché come vedremo dopo è la regione italiana dove si è registrato negli ultimi anni il maggior numero di casi al punto che si è ipotizzato la situazione epidemica diversa e che merita sicuramente un approfondimento; per i casi di meningite fanno notizia dappertutto, ma effettivamente in Toscana, la situazione epidemiologica ha mostrato un diverso andamento rispetto ad altre regioni italiane, meritevole di un interesse che c'è stato da parte delle autorità sanitaria. 

Questo grafico che è riferito alla toscana Ma che comincia a far capire oggi come l'epidemiologia della meningite meningococcica in Italia che cosa ci fa vedere? ci fa vedere che la maggior parte dei casi è concentrata in fasce dell'età adulta, in base all'età adultae naturalmente una larga parte non è stata interessata dalla vaccinazione perché come ben noto, la profilassi contro la meningite meningococco C, e poi parleremo anche della vaccinazione contro il meningococco b, si fa solo da alcuni anni, ci tranquillizza il fatto che il numero di casi nell'età infantile è piuttosto ridotto, perché evidentemente quello che è stato fatto negli ultimi anni in termini di offerta vaccinale, ha funzionato. Sta di fatto che esistono casi ed esistono anche dei decessi, ma dicevo che stiamo parlando di un numero di casi che fanno notizia ma che sono complessivamente limitati, basti pensare che la Toscana che è l'esempio che ci dà lo spunto per estendere, per parlare un po' del discorso meningite, ha fatto registrare nel 2016, ventinove casi contro trentuno del 2015, quindi la situazione è più o meno simile, una età media di ventotto anni con un numero di bambini abbastanza limitato. 

Il dato che sicuramente è un dato che ci deve far capire anche alcune reazioni e alcune apprensioni, è quello della letalità perché purtroppo, in alcuni casi di meningite meningococcica si può arrivare a letalità superiore al 10%; vedete che però l'età mediana dei casi deceduti riguarda un'età più avanzata, laddove ovviamente prevalgono i casi nei soggetti non vaccinati: 23,4% contro il 8,3% dei decessi avvenuti tra soggetti vaccinati e non. Questo dato ci fa capire da un lato che c'è una maggiore protezione dei vaccinati rispetto ai non vaccinati, ma ci dice che cosa che evidentemente una parte anche dei vaccinati non ha delle condizioni sufficienti, e quindi è soggetto a prendersi la malattia, nel prosieguo, quando parleremo delle indicazioni vaccinali, vedremo che gli ultimi dati scientifici indicano che esiste la necessità di fare una dose di richiamo per la vaccinazione contro la meningite C e che, sicuramente risolve una parte di questi problemi rinforzando la risposta immunitaria dei soggetti già vaccinati nell'infanzia. Toscana ma non solo, nel 2017, in estate, casi mediatici hanno avuto una grande rilevanza anche in Lombardia, al punto che anche lì c'è stato un allarme per paventate epidemie, allarme che è stato smentito da questa distribuzione molto semplice di dati che riguarda il periodo dal 2017 e che fa vedere come l'andamento dei casi meningite, non solo negli ultimi anni non abbia avuto alcun incremento; ma addirittura fa vedere come evidentemente l'introduzione progressiva delle vaccinazioni nell'età infantile, ha permesso di avere delle riduzione rispetto ai 100 casi o simili che c'erano all'inizio degli anni 2000, si è scesi a un numero di casi attorno ai trenta stabile negli ultimi sette anni, naturalmente lo diremo poi parlando della prevenzione, bisogna tenere sotto controllo la situazione, fare in modo che vengano (le notifiche dei casi) analizzate, questi trenta casi Però sicuramente non possiamo dire che nel caso della Lombardia ci sia stata un'epidemia, vedremo che per la Toscana invece la situazione è un po' diversa. I casi di meningite meningococcica fanno notizia, e però dobbiamo anche dire, e questo è un dato che un po' riassume i nuovi casi in Italia di alcune patologie, è la letalità di queste patologie a fare notizia. Vedete che qui ci sono tre situazioni emblematiche di malattie gravi, di malattie con alta letalità che però in Italia fortunatamente non ci sono più, non ci sono ma sono presenti in altri paesi. 

Per quanto riguarda le malattie che ancora ci sono, vedete che la malattia della meningite da meningococco, che fa registrare circa duecento casi all'anno in Italia, quindi un numero abbastanza limitato, ha una letalità che a grandi linee possiamo dire è attorno al 10% ma con delle punte superiori come abbiamo visto dai dati della regione Toscana, esiste un sistema di sorveglianza di tutte le meningiti batteriche, in questa lezione noi parliamo delle meningiti batteriche. Le meningiti virali appartengono ad un altro gruppo, là dove non abbiamo vaccini disponibili, ma fortunatamente abbiamo delle situazioni cliniche non così gravi, come nel caso della meningite meningococcica causata da listeria meningitis, abbiamo detto circa duecento casi all'anno.

Sempre nell'ambito delle meningiti batteriche, dobbiamo ricordare la meningite da pneumococco Streptococcus pneumoniae, che ha fatto registrare milleduecentociquantasei casi nel 2015, e la meningite da Haemophilus influenzae, centotrentuno casi in questa particolare situazione, i casi sono in diminuzione perché da diversi anni si sta lavorando per una vaccinazione su larga scala, in quanto l'antigene contro l'emofilus influenzae di tipo B è contenuto nel vaccino esavalente che viene somministrato da qualche mese, anche in regime di obbligo, a tutti i bambini nuovi nati. Quindi noi concentriamo l'attenzione sulle meningiti meningococciche, cominciamo a capire qual è la dinamica di trasmissione e quali sono le frequenze di questa malattia. Il meningococco è un batterio grande e cattivo, trasmesso per via interumana tramite goccioline di flugge, e quindi una trasmissione per via aerea, con l'aggravante che esiste una quota intorno al 5% di soggetti sani che, però, sono dei portatori asintomatici della neisseria meningitidis e naturalmente nella catena di contagio, questi portatori possono avere un ruolo, e sono parte integrante del sistema di trasmissione di questa malattia. 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad da 36 creditiVaccini 2.0: Il libro bianco , ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione del dott.: Carlo SIGNORELLI

Carlo SIGNORELLI
Ordinario di Igiene
Past Presidente Societa Italiana di Igiene (SItI)
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