Organizzazione dei servizi vaccinali

Come vediamo, l'ambulatorio vaccinale è oggettivamente qualcosa di più del semplice ambulatorio fisico, che magari ci viene in mente quando affrontiamo questo problema. Un altro elemento che vale la pena richiamare, è il tema dell’anamnesi vaccinale. 
L’anamnesi vaccinale è un atto medico che viene raccolto al momento dell'esecuzione di una vaccinazione, in una seduta vaccinale svolta all'interno di un ambulatorio vaccinale. Inoltre produce un elemento che può diventare parte del debito informativo, che va ad alimentare quel flusso di dati di cui abbiamo appena finito di parlare.

Quindi si può dire essere una delle colonne funzionali di un servizio vaccinale. Cioè per quanto possa sembrare piccolo e minuscolo l'insieme dei dati raccolti, diventa veramente fondamentale per portare avanti  un servizio. Va detto che l'analisi vaccinale, che in passato veniva considerato un attimo emendabile, oggi invece si è confermato che può essere anche raccolto da un assistente sanitario anche avvalendosi di una check list predeterminata, anche alla luce delle più recenti normative relative alla gestione della pandemia e delle vaccinazioni anti-Covid 19. L'importante è che tali atti siano gestiti da personale debitamente formato e possibilmente adeguatamente addestrati e con adeguate esperienze. Quindi introduciamo un ulteriore elemento a quella dimensione professionale che abbiamo detto prima, la dimensione dell'esperienza e della professionalizzazione degli operatori. 
Gli operatori che devono avere quanto più possibile una propria dedicazione al tema delle vaccinazioni e alla gestione delle vaccinazioni.

In altri termini è fondamentale che in un servizio vaccinale operi personale professionalizzato, anche al di là di necessità impellenti ed estemporanee. Si ha poi il tema dell’anagrafe vaccinale, attorno a questo tema ruota tutto quello che abbiamo detto fino ad adesso. L'anagrafe vaccinale è stata istituzionalizzata già a partire dalla dal decennio scorso, con l'obiettivo ultimo di garantire la corretta valutazione delle coperture vaccinali. Essa comprendere le seguenti informazioni: l'individuazione della popolazione da vaccinare, la gestione del piano di lavoro dei servizi vaccinali, la generazione di inviti e reinviti, la gestione dell'anamnesi strutturata, la gestione della somministrazione del vaccino, la gestione del fondamentale consenso informato, dell’eventuale rifiuto vaccinale, degli eventuali eventi avversi e la gestione della scheda vaccinale. Essa inoltre dovrebbe garantire la registrazione dei dati storici vaccinali, sia dell'individuo che della popolazione.

Dovrebbe garantire il calcolo delle coperture vaccinali per la popolazione di riferimento, degli indicatori di efficienza dell'attività (i fattori che poi potranno essere sia quelli stabiliti a livello regionale, che quelli stabiliti a livello nazionale), il riassunto individuale dello status dell'assistito (in quanto dovrebbe essere consegnato  alla fine della vaccinazione, in sostituzione dell'aggiornamento del Libertino vaccinale)  e soprattutto dovrebbe garantire l'integrazione con gli applicativi PLS, dei pediatra di libera scelta e dei medici specialisti. In Emilia Romagna, questa cosa effettivamente si incomincia a vedere in modo abbastanza buono. A questo punto di vista, in molte altre regioni, stanno seguendo questa falsariga (il che semplifica molto la gestione di questi problemi). Come medico del lavoro auspicabilmente sarebbe consigliabile, che in futuro l'anagrafe vaccinale andasse a integrarsi anche in qualche modo con il debito informativo dei medici competenti, i quali notoriamente sono grandi vaccinatori, ma purtroppo mancano del collegamento con tutto questo sistema infrastrutturale (che semplificherebbe molto il loro lavoro). L'anagrafe vaccinale viene quindi a essere al tempo stesso, sia un archivio con valenza medico legale, che un elemento utile alla programmazione dell'attività. Stiamo parlando di anagrafe vaccinale, perché è veramente una colonna portante di un servizio vaccinale ed è inoltre un elemento utile alla verifica della copertura vaccinale. Essa è quindi fondamentale per la copertura di un debito informativo nazionale, che è stato stabilito dagli stessi atti istitutivi  dell'anagrafe vaccinale, ed è al tempo stesso un debito informativo interno.  

Infatti un'anagrafe vaccinale correttamente redazionata, correttamente aggiornata e correttamente mantenuta, consente all'azienda sanitaria di sapere quale siano le necessità operative sia oggi, che sul lungo periodo di un servizio vaccinale. Di conseguenza permetterà di sapere quanti operatori dovrà andare a dedicare, quale carico professionale e quali infrastrutture dovrà andare a dedicare, per venire incontro ai bisogni della popolazione (anche la luce di eventuali cambiamenti a livello dei piani nazionali vaccinali). Capite che però questo significa anche un'altra cosa, che è necessario garantire una corretta alimentazione del database. Con “alimentazione del database”, si intende dire che l'anagrafe vaccinale mantiene in funzione il servizio vaccinale, nel momento in cui i dati contenuti sono costantemente up to date. In altre termini, nel momento in cui abbiamo dei trasferimenti da una regione all'altra, abbiamo nuove nascite o decessi, è fondamentale che tutte queste cose siano correttamente registrate. Diversamente si possono creare anomalie o pesanti disservizi. Nel corso dell'ultima pandemia un tema molto delicato era rappresentato dai cosiddetti fuori sede, cioè i soggetti che sono residenti in una regione, che però poi in realtà vivono in un'altra. In questo caso, è possibile che questi soggetti ricevono un primo trattamento in un contesto lavorativo in una regione e poi terminano l'attività lavorativa ritornano nella propria regione di residenza. 
 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso ECM FAD "Vaccini 2.0: il libro bianco. Le politiche vaccinali in Italia pre e post pandemia"  e ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione del prof. Matteo Riccò

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