Nutrizione disturbi alimentari e differenze di genere

Buongiorno, sono Lorenzo Maria Donini, sono Docente di Scienza dell'Alimentazione presso l'Università “Sapienza” di Roma, sono il Responsabile dell'unità di Ricerca di Scienze dell'Alimentazione e Nutrizione Umana.

L'argomento di questa lezione è: “Nutrizione, disturbi alimentari e differenze di genere”. Iniziamo subito da quelli che sono gli aspetti fisiologici che differenziano in qualche modo l'uomo dalla donna, proprio in relazione agli aspetti nutrizionali. Le differenze relative alla composizione corporea tra maschio e femmina:c'è una differenza che riguarda soprattutto quelli che sono gli aspetti legati al grasso: la composizione corporea si caratterizza nel maschio da una quota di grasso decisamente inferiore rispetto alla donna, grasso totale che è diverso soprattutto per quanto riguarda quello che è il grasso essenziale che nella donna è decisamente più alta, e questa quota di grasso essenziale maggiore nella donna giustifica alcune differenze per quanto riguarda quelli che sono gli aspetti legati, per esempio: alle patologie come l'anoressia nervosa. Queste differenze di composizione corporea sono differenze che iniziano precocemente durante la vita, in particolare già in età infantile, ma soprattutto con la pubertà si manifestano in maniera sempre più marcata. Le curve di distribuzione di quella che è la percentuale di massa grassa nel maschio e nella femmina, tendono a divergere sempre di più a partire dai 9-10 anni, fino a raggiungere un massimo di un 10%-15% di differenza in quota parte relativa al peso corporeo totale. È chiaro che questa differenza in massa grassa inevitabilmente influenza anche quelle che sono le differenze in massa magra, che come noteremo successivamente poi spiegano buona parte di quelle che sono le differenze ulteriori in termini di consumo energetico e di metabolismo basale.

Queste differenze hanno una loro logica evidentemente, una logica probabilmente di tipo evoluzionistico. L'insicurezza alimentare, quindi la difficoltà nel procacciarsi il cibo, hanno fatto sì che le donne acquisissero nel tempo una maggiore capacità di depositare grasso nei tessuti di deposito, perché questo in qualche modo facilitava quella che era la funzione riproduttiva della donna stessa, da cui per esempio quel grasso essenziale di cui abbiamo parlato nella primissima slide. Queste differenze sono differenze fisiologicamente determinate che hanno una loro dimensione ben definita, una differenza intorno al 10% di massa grassa in più nella donna rispetto all'uomo, ma che con il passare degli anni, e soprattutto in quest'ultimo periodo storico, si stanno rendendo sempre più marcate in maniera non più fisiologica, per cui quello che è l'accumulo di massa grassa a livello centrale, a livello addominale dell'uomo, evidentemente non è fisiologico, ma attiene ad una maggiore suscettibilità a sviluppare obesità in questi soggetti, così come l'eccessivo deposito anche nella donna di grasso periferico, di grasso per esempio negli arti inferiori, non è evidentemente giustificato dall'adattamento alla funzione riproduttiva della donna e rende tutto questo deposito di grasso evidentemente, non fisiologico e poco adatto anche al funzionamento.Una diversa definizione di quella che è la normalità in termini di composizione corporea giustifica anche una migliore definizione di quello che è lo stato di nutrizione del paziente. Noi siamo abituati a pensare all'obesità come ad una patologia caratterizzata da un aumento del peso rispetto alla statura, un BMI/”Body Mass Index” superiore a 30 kg per m2 , in realtà, la corretta definizione dell'obesità dovrebbe riguardare appunto quella che è la composizione corporea, in particolare l'eccesso di massa grassa. C'è una fascia di normalità della massa grassa diversa per maschi e femmine: come abbiamo accennato in precedenza è di 15%-20% nell'uomo, 20%-30% nella donna, parliamo di un aumento della massa grassa al di sopra di queste quote, sia per il maschio che la femmina, e arriviamo alla definizione di obesità quando l'eccesso di massa grassa riguarda un 25% almeno nel maschio, un 35% almeno nella donna. Una definizione di questo genere evidentemente è una definizione migliore del semplice rapporto peso/statura, definisce quello che è il problema dell'obesità, definisce quelle che sono le conseguenze in termini metabolici, in termini cardiovascolari, in termini funzionali dell'obesità; tra l'altro differenziando tra maschio e femmina, cosa che il BMI non fa, perché i valori soglia per la definizione di obesità del BMI sembrano essere gli stessi per maschi che per femmine. Al di sotto della fascia di normalità c'è anche qui una quota patologica, una quota di massa grassa inferiore a quello che è la necessità dell'organismo, e questa riduzione della massa grassa, sia nei maschi che nelle femmine, ha delle conseguenze importanti, sia dal punto di vista estetico, sia in termini di protezione dal freddo, sia in termini di protezione di quella che è la densità minerale ossea, in quanto, il tessuto adiposo ha evidentemente una funzione anche da questo punto di vista. Noi vediamo per esempio nelle pazienti anoressiche che la riduzione della massa grassa è uno degli elementi, in particolare la riduzione della massa grassa viscerale, è uno degli elementi che in qualche modo caratterizza il quadro clinico di queste pazienti, caratterizza quella che è la perdita della funzione riproduttiva e caratterizza quella che è la diminuzione della densità minerale ossea.

Il tessuto adiposo ha diverse caratterizzazioni. Parliamo di un tessuto adiposo, volendo semplificare molto, parliamo di un tessuto adiposo viscerale e di un tessuto adiposo sottocutaneo, che hanno differenti caratteristiche, sia dal punto di vista di quella che è la struttura dell'adipocita, ma soprattutto dal punto di vista metabolico, e in termini soprattutto di rischio cardiovascolare.Il tessuto adiposo viscerale è più facilmente caratterizzato da un aumentata immissione in circolo di acidi grassi liberi verso il sistema portale, quindi verso il fegato; genera un aumentata gluconeogenesi; aumenta quella che è la sintesi delle very low density lipoprotein; aumenta quella che è la clearance dell'insulina a livello epatico. Il che vuol dire che in qualche modofavorisce la comparsa di dislipidemie e favorisce quella che la comparsa di insulino-resistenza. Il tessuto viscerale evidentemente differenzia il maschio dalla femmina, per cui l'uomo ha una tendenza all'accumulo di tessuto adiposo a livello viscerale; mentre la donna tende ad avere un accumulo di tessuto adiposo, in particolare a livello periferico, e questo in qualche modo giustifica quelli che sono le differenti traiettorie delle complicanze dell'obesità, dell'eccesso di massa grassa nel maschio e nella femmina. Questa aumentata percentuale di massa grassa nelle donne è legata ad una maggiore capacità di accumulo, in particolare nella fase di non esercizio fisico da parte della donna rispetto ai maschi. Questo vuol dire chele donne hanno una minore capacità di ossidare acidi grassi immediatamente dopo l'esercizio, il che vuol dire che questo consente loro di mantenere acidi grassi in maniera più efficace all'interno dell'adipocita, hanno una minore capacità di rilasciare acidi grassi liberi dal tessuto adiposo nella fase postprandiale, hanno una minore capacità di ossidare gli acidi grassi introdotti con l'alimentazione, e hanno una maggiore capacità di accumulare acidi grassi nella fase postprandiale nel tessuto adiposo. Questo vuol dire di fatto una riduzione del metabolismo basale, cioè del consumo energetico a riposo che il nostro organismo ha, consumo energetico che dipende in buona parte dalla cosiddetta massa metabolicamente attiva, quindi dagli organi per un 70% e dalla massa muscolare per il rimanente 30%, essendo la quota di massa magra relativamente ridotta nella donna rispetto all'uomo, evidentemente il metabolismo basale tende ad essere più basso nella donna rispetto all'uomo. Non solo, gli uomini hanno una maggiore capacità di produrre insulina, hanno una maggiore capacità di liberare acidi grassi liberi e di aumentare quelli che sono i livelli di trigliceridi circolanti. La trigliceridemia tende ad essere più alta negli uomini rispetto alle donne, così come il tessuto, così come la massa grassa, il grasso accumulato all'interno del fegato, tende ad essere più alto negli uomini che nelle donne. Questo sembra perlomeno in parte essere correlato a quelle che sono le le differenti capacità di sintesi, di produzione e di concentrazione della grelina nell'uomo rispetto alla donna. La grelina è un ormone che viene prodotto a livello dell'apparato gastroenterico e che stimola quella che è l'introduzione di cibo nella donna tra le altre cose. Questa differente concentrazione negli uomini e nelle donne, sembra giustificare in qualche modo questa differente modalità di movimento dei diversi metaboliti, in particolare dei grassi, negli uomini rispetto alle donne.

Questo testo è estratto dal nostro video-corso ECM Fad Medicina di genere: oltre la pillola rosa e la pillola blu, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione del dott.: Lorenzo Maria DONINI

Lorenzo Maria DONINI
Unità di ricerca Sicurezza Alimentare e Nutrizione Umana
Sapienza Università di Roma
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