Differenze tra i sessi e il genere nella gestione del dolore: quali implicazioni

La lezione cercherà di soddisfare l’informativa riguardante la gestione del dolore e quali sono le implicazioni relative all'assistenza tra i sessi e nel genere stesso.

Cercheremo quindi di entrare nel merito di aspetti più specifici partendo dall'importanza del processo assistenziale del paziente affetto da dolore per comprendere gli elementi che caratterizzano la sofferenza fisica da tutti i punti di vista. L’assistenza è un processo che riguarda più discipline che tra loro comunicano per un obiettivo comune. Ci si concentra ad esempio su come arrivare a comprendere gli aspetti legati alle disparità e all'eterogeneità dei trattamenti tra i sessi. Particolare attenzione viene rivolta ai processi relativi alla gestione del dolore nonché alle peculiarità che caratterizzano non solo i destinatari delle cure infermieristiche ma anche gli stessi operatori. 

È importante capire, in modo particolare, cosa caratterizza l'assistenza e quali percezioni hanno gli operatori nei confronti dei loro assistiti, come i trattamenti e i processi assistenziali sono in genere orientati dagli operatori, avendo vissuto in prima persona gli stessi pazienti e avendone capito anche le differenze legate al genere sessuale.

Non si possono comprendere quali siano i fenomeni che caratterizzano i due sessi, in particolar modo riguardo le sindromi croniche e le sindromi dolorose. 

Nell'Articolo 32, la nostra Carta Costituzionale, la salute è un diritto fondamentale e deve essere necessariamente garantito a tutti i cittadini del mondo, con l’intento di riuscire a preservare questo diritto anche per gli indigenti, tutelando quindi la discrezionalità dei trattamenti e anche del non obbligo agli stessi quando fuori da alcuni casi ritenuti. La tutela è dunque necessaria ai fini della discrezionalità dei trattamenti e del non obbligo a sottoporsi a terapie se non in casi particolari, ritenuti invece di dovere dalla nostra Carta Costituzionale. Elemento imprescindibile diventa così la presa di coscienza dell’importanza del diritto a non soffrire, che rientra fra i bisogni principali delle persone quando si trovano davanti a un medico, a un infermiere o qualsiasi altro operatore sanitario. In particolar modo in Italia, questa attenzione al dolore è diventata preponderante, in quanto legata indissolubilmente al diritto alla vita, al diritto al proprio nome. Uno dei principi fondamentali su cui si fonda oggi la “nursing”, concorre al raggiungimento degli obiettivi comuni per ottenere risultati clinici che siano in grado di soddisfare il bisogno di salute dei nostri pazienti. La Legge Italiana 38/2010 individua due aspetti fondamentali: la rete di cure palliative e la rete della terapia del dolore. In realtà, se ne può distinguere anche un terzo aspetto riguardante le cure palliative e la terapia del dolore in ambito pediatrico. Questo perchè si è iniziato a porre l’attenzione non solo sulla sofferenza in ambito ospedaliero, ma anche durante la degenza in casa, una volta dimessi dal ricovero. Per quanto questa parte sia considerata integrante del tessuto assistenziale, spesso viene sottovalutata, se non addirittura sotto trattata. Ciò porta a implicazioni di carattere clinico e, soprattutto, etico.

A cosa si vuole arrivare, quindi? A individuare i processi assistenziali all'interno dei quali è possibile raggiungere obiettivi di salute che siano in primo luogo capaci di ridurre la sofferenza e la percezione del dolore, nonché di attutire l’impatto che le terapie possono avere sull’autonomia del paziente. Si tratta, infatti, molto spesso di pazienti affetti da sindromi molto dolorose, addirittura invalidanti, in grado di intaccare il normale svolgimento delle attività quotidiane di carattere relazionale e professionale.

Ciò implica fenomeni quali assenteismo o, in molti casi, in tentativi da parte del paziente di ignorare lo stato di sofferenza, diminuendo considerevolmente il loro rendimento e andando a costituire un peso per le aziende in cui lavorano. 

Nasce dunque la necessità di poter confidare in organi internazionali che siano in grado di orientare i comportamenti e gli atteggiamenti dei professionisti che si occupano di assistenza. Tra le varie realtà preposte alla cura di questo aspetto medico, ricordiamo la International Association for the Study of Pain uno dei centri più importanti nel campo della medicina del dolore e la Fondazione Procacci, costitutrice di un codice etico, oltre che la stessa IASP 2011.

La tutela dell’assistenza ai pazienti deve essere garantita a prescindere dalla loro età, dal loro step evolutivo o dal loro reddito, per garantire a tutti il diritto inalienabile alla salute. 

Il codice deontologico infermieristico, all’interno dell’articolo 34, cerca di ipotizzare l’aspetto relativo al sollievo dal dolore e dalla sofferenza come un’espressione più totalizzante di un semplice disagio fisico, come Cece Sanders, promotrice di questo pensiero.

Qual è il problema più grande o è uno dei problemi più grandi che oggi la nostra società e la nostra realtà sanitaria vive?

Questo problema non riguarda solo l'Italia, ma tutti i paesi del mondo che tentano di dare una linea di indirizzo a quelli che sono i processi assistenziali. Abbiamo la possibilità di lavorare oggi in Italia, in un paese in cui esiste un servizio nazionale, ma sappiamo ad esempio come negli Stati Uniti i modelli assicurativi dell'assistenza non sono garantiti a tutti, o meglio non sono garantiti alle fasce più deboli.

L’impossibilità nell’assicurare a tutti un sussidio economico, o assicurazione, per garantire la salute, può causare enormi problemi legati ai tassi di mortalità. La mancanza di diritto nel poter usufruire di trattamenti non sempre supportati da evidenze scientifiche, ha portato a trattamenti alternativi che non hanno nulla di scientifico o spesso non sono in grado di sostituire la medicina convenzionale. 

La problematica dolore in qualche maniera ha dato vita a un movimento politico e formativo-educativo all'interno delle accademie dove si formano i professionisti della salute, tra cui medici, infermieri, fisioterapisti e le ostetriche e le figure sanitarie di tutte le altre classi di laurea.

Il fenomeno è legato alla necessità di non sottovalutare l’aspetto assistenziale contro il dolore, che già da qualche anno viene trattato grazie all’istituzione di comitati ospedalieri che mirano alla creazione di un supporto ai professionisti affinché venga tutelato il diritto fondamentale alla non sofferenza, quindi al sollievo al dolore.

 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad ECM Medicina di genere: oltre la pillola rosa e la pillola blu, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione del dott.: Roberto Latina 

Roberto Latina
Docente Universtiario
La Sapienza Università di Roma
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