Contesti di emergenza e protezione del personale

In questa lezione parleremo dei contesti di emergenza e della protezione del personale, ha a che fare con gli sbarchi di migranti sul territorio italiano. Il fenomeno migratorio è un fenomeno che negli ultimi anni è andato incrementandosi sempre più, mostrando una crescita esponenziale. Come dimostra questo grafico, dopo un certo periodo di stabilità di questi flussi, attorno al 2011 si è verificato un flusso eccezionale che è cresciuto ulteriormente nell'anno passato, dove si è arrivati a una quota superiore a 170 mila unità di migranti sbarcati sulle nostre coste. Questo eccezionale flusso si sta in qualche modo confermando nel corso del presente anno, e i dati fino al 10 marzo 2015 dimostrano che c'è stato un arrivo finora di più di 9000 migranti, che rapportati alla particolare stagione, nonché a quelli che erano stati i flussi negli anni precedenti, ci fanno pensare, vediamo da quest'altro grafico, che vi sarà sicuramente un incremento sostanziale, proporzionale, in aumento anche nei mesi estivi che ovviamente per le condizioni metereologiche, per le condizioni del mare, rappresentano i momenti in cui i flussi aumentano in maniera vertiginosa.

Quindi ci si aspetta secondo la frontex dell'agenzia europea, cui spetta il controllo delle frontiere dai paesi extraeuropei, fa paventare l'ipotesi che nel corso di questo anno avremo praticamente un aumento a circa, si prospettano fino a un milione di migranti, e confrontati ai 170000 dell'anno scorso, che già hanno provocato non pochi problemi alla nostra organizzazione di accoglienza, rappresentano un numero assai impegnativo. Se andiamo ad analizzare i flussi degli immigrati che arrivano sulle coste italiane, ci accorgiamo che la gran parte di questi flussi arriva dall'Africa, ma arriva anche dal l'est. Come si può vedere, circostanza sulla quale torneremo anche più tardi, il viaggio via terra è un viaggio molto impegnativo. 

Per arrivare sulle coste africane, da cui poi prendono il mare, i migranti fanno dei viaggi in condizioni di disagio, passando attraverso zone desertiche, che li mette a dura prova, e si calcola che per arrivare sulle coste africane e poi prendere la via del mare ed arrivare sulle nostre coste, passino lunghi periodi, anche di tre mesi e questo è un dato che poi terremo in debito conto per quel che riguarda il rischio di importazione di malattie infettive con questo fenomeno. 

Anche la rotta via mare in qualche modo presenta delle peculiarità, innzitutto l'utilizzo di imbarcazioni di fortuna e che spesso in qualche modo fanno delle rotte parziali perché ci sono dei veri e propri fermi all'interno di questo tragitto, in cui i migranti vengono in qualche modo spostati su delle navigazioni madri. Questo in rapporto all'organizzazione del viaggio, in rapporto alle condizioni del mare, ma in rapporto anche al malaffare, sappiamo che ci sono delle organizzazioni che controllano questo flusso e quindi gestiscono questi viaggi con criteri di lucro.

Il problema di questi flussi immigratori che come abbiamo visto aumentano vertiginosamente, è quello appunto del timore che attraverso tutto questo gran numero di migranti che arrivano da terra, dove le condizioni sanitarie, le condizioni sociali sono degradate, possa entrare con questi migranti una popolazione che in qualche modo, ci mette a rischio di rivedere nei nostri paesi civili , ad alto tenore di vita, di rivedere delle patologie che in qualche modo erano scomparse.

Dobbiamo tener presente che il rischio di malattie infettive è costante, è costante, in Europa non mancano mai segnalazioni di epidemie, di moltissime malattie infettive, quindi il rischio di queste malattie non è mai decaduto anche nei nostri paesi occidentali, e quindi si tratta di evenienze che sono sempre comunque possibili. Se vediamo quindi di capire quali sono le variabili, sulle quali si può provare a ragionare, per tentare di rispondere alla domanda, se questo flusso eccezionale di migranti nei nostri paesi possa comportare effettivamente il rischio di malattie infettive, Il primo elemento che dobbiamo considerare sono le condizioni dei paesi di partenza di questi migranti. 

Nella torta che vedete sono rappresentate un po' le popolazioni e le nazionalità dalle quali derivano i migranti. Vedete che circa la metà dei migranti arriva dalla Siria e dalla Eritrea. Si tratta soprattutto di nazioni dove le condizioni sanitarie di base sono al quanto degradate, gli ospedali sono in forte crisi, non c'è la possibilità di fare programmi vaccinali. In Siria, dove c'è una guerra che dura ormai da quattro anni e dove si sono registrati 200000 morti, c’è che il problema dell'acqua potabile. Quindi si tratta di paesi che presentano condizioni igienico-sanitari veramente scadute.

Diciamo che già nel 2006, se torniamo un po' ai dati che abbiamo visto inizialmente, avete visto come c'è stato un incremento negli ultimi sei-sette anni, nel 2006 il Ministero dell'Interno, accorgendosi della tendenza all'aumento di questi sbarchi, coniò questo progetto “presidium”. Una sorta di linee guida sull' accoglienza umanitaria a questi migranti, che arrivavano in condizioni di emergenza sulle nostre cose. 

Il Ministero dell'interno si poggio a delle organizzazioni, che operano in queste settore, tra cui appunto l'organizzazione mondiale per l'immigrazione ma anche Save the Children o la Croce Rossa Italiana, proprio in modo da mettere insieme le rispettive esperienze e le rispettive competenze, in modo da garantire a questi soggetti un'accoglienza organizzata; e soprattutto che tenesse conto di quelle che sono le esigenze particolari di una popolazione che in condizioni molto provanti, arriva sulle nostre coste.

Sempre per rispondere alla nostra domanda circa l'incidenza di malattie infettive nelle popolazioni, e anche per capire poi come proteggere il personale che si trova ad operare in condizioni emergenziali, dobbiamo considerare che effettivamente alcune delle malattie infettive più temute e più presenti, siano in qualche modo molto più rappresentate nei paesi africani, parliamo dell'infezione da HIV e sicuramente l’Africa presenta dei tassi di incidenza maggiori rispetto all'Europa, anche se poi ci sono altre parti del mondo come l'America Latina dove l'infezione è ugualmente rappresentata, lo stesso dicasi per l'epatite, l'epatite C, l'epatite B, anche questi rappresentano delle condizioni molto frequenti nei paesi africani e lo stesso dicasi per la tubercolosi. 

Però dobbiamo ricordarci che la tubercolosi è una malattia presente in maniera abbastanza rappresentativa anche nel europa dell'EST , ci sono soprattutto delle popolazioni, poi vedremo meglio, anche in Romania dove peraltro vi è una forma che in qualche modo è una forma resistente ai farmaci che presenta, quindi, problematiche maggiori per quanto riguarda il trattamento. Se vogliamo analizzare dei dati, abbiamo dei dati del 2011 che sono forniti da fonti ufficiali, possiamo dire che per quanto riguarda l'infezione da HIV, tra il 2007 e il 2011, circa il 40% dei nuovi casi di infezione da HIV, provengono dalla popolazione immigrata. Ci sono questo aumento dei casi ed è imputabile soprattutto agli immigrati provenienti però dell'America Latina e dall'est europeo, mentre si registra un calo di quelli che provengono dall'Africa subsahariana. Devo dire anche che nei nostri paesi l'HIV, ha subito un cambiamento rispetto alla malattia che era presente decenni fa, essendosi in rapporto alla possibilità di terapia, essenzialmente cronicizzata.

 

Questo testo è estratto dal nostro video-corso Fad Migrazione:Sanitario Italiano e Paziente Straniero, ha come scopo quello di informare e permette di approfondire tematiche legate al corso.

Estratto della lezione del dott.: Fabrizio CIPRANI

Fabrizio CIPRANI
Dirigente Superiore Medico
Polizia di Stato
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